Spedizione veneta in Ucraina per fornire energia all’ambulatorio gestito dal Cuam
Marzo 26, 2023

Sarà un inverno durissimo, al freddo e al buio per l’Ucraina: l’offensiva scatenata dai russi nelle regioni di Zhytomyr, Vinnitsa, Cherkasy, Chernivtsi, Kirovograd, Nikolaev, Odessa e nella capitale Kiev non si ferma e anche venerdì sono stati lanciati 76 missili sulle fabbriche e gli insediamenti industriali. Mancano le medicine, il cibo scarseggia e si rischia di morire o sotto le bombe o di freddo. Le sirene hanno suonato tre volte alle 6 di mattina e Chernivtsi si è svegliata nell’incubo, dopo una notte al buio e al gelo, a 15 gradi sotto zero.

I missili dell’esercito di Putin hanno devastato le centrali elettriche di questa città di 250 mila abitanti, diventata l’approdo disperato di altre 700 mila persone fuggite dalle loro case rase al suolo, per cercare ospitalità a 40 chilometri dal confine con la Romania e la Moldavia.

Vanto di Chernivsti è la sua prestigiosa università, ospitata nella residenza dei metropoliti bucovini e dalmati, sito patrimonio dell’umanità Unesco. E c’è una comunità ebraica molto attiva. Qui arrivano le scorte alimentari, ma non si riesce a cucinare la pasta, la minestra e la carne perché manca l’energia elettrica.

È in questo contesto che si inserisce la missione avviata da Matteo Villa con il Cuamm, i medici missionari dell’Africa di don Dante Carraro, approdati da mesi in Ucraina con la cooperazione internazionale. Qualche giorno fa, è giunto a destinazione il trasporto umanitario spedito da Brindisi a fine novembre: 9 tonnellate di beni che aiuteranno la popolazione a difendersi dal gelo. Si tratta di stufe, tende, coperte.

E nel pacchetto di aiuti ci sono anche tre “barili di petrolio” che producono energia pulita. Un prototipo già sperimentato in Africa.

Ma come funziona? Il vecchio simbolo dell’industria fossile, inventato nel 1860, è stato trasformato in un generatore fotovoltaico di elettricità con le batterie con ioni di litio (LiFePO4). Il sistema si ricarica in tre modi: con la rete elettrica, i pannelli solari o un generatore. La missione umanitaria è sostenuta da Savno, la municipalizzata guidata da Giacomo De Luca, che raccoglie i rifiuti urbani in 44 comuni del Trevigiano tra cui Conegliano e Vittorio Veneto.

Insomma, solidarietà made in Veneto: non solo accoglienza di profughi ma aiuti concreti a chi è rimasto a combattere i soldati russi che hanno invaso l’Ucraina.

«Il viaggio da Padova è iniziato martedì e ieri siamo riusciti a installare i primi tre modelli Barrel» racconta Matteo Villa. Nel giro di un’ora sono stati piazzati 10 pannelli fotovoltaici sulla casa del dispensario medico, che garantiranno 5 kw/ora quando c’è il sole. Pannelli leggerissimi, che si attaccano con una vite».

Al telefono si sente l’allarme antiaereo che risuona. «Siamo stati rinchiusi nei rifugi dalle 6 alle 10 del mattino, 3-400 persone ammassate al freddo. Qui di notte è tutto buio. Si gira con la torcia del telefonino e la candela, negli alberghi si dorme vestiti con il cappotto. Al mio fianco ho Davide Angelini, un collaboratore fondamentale per mettere a norma gli impianti. Il prototipo Barrel nasce da un mio brevetto e con il sostegno ottenuto da Andrea Atzori di Cuamm Uk lo stiamo sperimentando a Chernivtsi: a gennaio torneremo con una fornitura di almeno cento Barell appena avremo deciso dove collocarli, in accordo con le autorità locali. Vogliamo aiutare in particolar modo le scuole, gli ospedali e i centri sociali» spiega Matteo Villa.

Il via libera diplomatico arriva con il contributo di Marco Toson: il console ucraino delle Tre Venezie svolge un ruolo fondamentale di raccordo tra il governo di Zelensky e le strutture della cooperazione internazionale italiana, com’è emerso già dalla manifestazione organizzata dall’università di Padova, subito dopo l’attacco militare e l’invasione della Russia. La macchina della solidarietà si è quindi messa in moto con efficienza a partire dal febbraio scorso.

«La situazione a Chernivsti è drammatica perché qui il clima di guerra si respira dal lontano 2014. In questi giorni abbiamo deciso di attivare l’energia e riscaldare tre strutture con gli impianti Barrel. In primis la clinica mobile gestita dal Cuamm su una roulotte che arriva da Marostica. I medici volontari possono quindi visitare gli anziani debilitati dal freddo e da una dieta poverissima: l’influenza non dà tregua e scarseggiano i medicinali, tra i quali gli antipiretici e gli antibiotici» spiega Matteo Villa «Le forniture alimentari ci sono, ma spesso non si riesce a cucinare perché manca completamente l’energia elettrica. Le famiglie fraternizzano scambiandosi i generatori e noi con la nostra piccola squadra di volontari stiamo riscaldando anche una farmacia della città, vero dispensario di medicine: le persone fanno la fila per ricevere latte per i bimbi, pannolini e prodotti per la cura».

La terza struttura dotata di “barile ecologico” è un ambulatorio che fa da supporto psicologico ai bambini traumatizzati dalle bombe. Si va a scuola e quando la sirena suona si scappa nel rifugio. La serenità dell’infanzia è distrutta dalla guerra.